Vitamina D
Porremo fine agli inutili test della vitamina D?
Dopo un lungo periodo in sordina, all’improvviso pare che quasi tutti gli svizzeri siano carenti di vitamina D, elemento essenziale per il buon funzionamento del nostro organismo. Ma è davvero importante fare un esame per il controllo di questa vitamina? Ecco tutto quel che c’è da sapere dalla A... alla D!
La vitamina D è essenziale per supportare il nostro organismo e per prevenire malattie comuni: rafforza le ossa e il sistema immunitario, attenua l'asma, contrasta il cancro, protegge il cuore e favorisce persino il buon umore. È presente in vari cibi ricchi di grassi, come i latticini o alcuni pesci, ma è anche l'unica vitamina che l’organismo riesce a sintetizzare da sé.
Infatti, la maggior parte della vitamina D che riusciamo ad assumere deriva dall'esposizione della pelle al sole che, attraverso la trasformazione del colesterolo, stimolata dai raggi UV. Gli scienziati stimano che le riserve di vitamina derivanti da questo processo coprano l'80% del nostro fabbisogno, mentre solo il 20% provenga dal cibo.
Un test senza particolari vantaggi
Dato che la carenza di vitamina D colpisce la stragrande maggioranza delle persone delle più svariate provenienze ed età, il monitoraggio della sua presenza è diventato prassi comune in medicina. Questi esami biologici, eseguiti sistematicamente e con un unico obiettivo, non sono certo consigliabili.
In realtà, ad oggi non esiste un accordo internazionale che indichi i livelli "normali" di vitamina D nel sangue, né un controllarli di continuo può migliorare la cura dei pazienti, mentre possono rivelarsi utili alcuni piccoli cambiamenti nello stile di vita. Senza contare che questi esami, proposti sistematicamente, non fanno che aumentare i costi della salute, con un impatto diretto sui premi a carico degli assicurati.
Adotta il sistema D!
Nei casi in cui la carenza è quasi certa, adottare buone abitudini alimentari sembra il sistema più sicuro per integrare la vitamina D, senza mettere a rischio la salute.
Si consiglia quindi di inserire nel proprio menu pesce spada, salmone, tonno, sardine, trota e aringa. Anche funghi secchi, fegato, burro, latte e tuorlo d'uovo sono preziose fonti di vitamina D. Ma fra tutti gli ingredienti, il primato spetta all’olio di fegato di merluzzo, disponibile anche in capsule, comode da ingerire.
Per quanto riguarda gli integratori alimentari, dovrebbero farne uso solo gli individui considerati ad alto rischio di carenza, come gli anziani, le persone con pelle dalla pigmentazione scura, coloro che escono poco o che hanno sempre (o quasi) gran parte del corpo coperto dagli indumenti.
Occhio ai test inutili!
Che si tratti di misurare la vitamina D o di qualsiasi altro esame, ogni indagine deve rispondere a una specifica esigenza clinica, collegata alla presa in carico del paziente. Rendiamoci conto che qualsiasi screening "alla cieca" non è privo di impatto, anzi, comporta il rischio di falsi positivi, di stress inutili, di esami più invasivi, in alcuni casi persino pericolosi, che potrebbero derivare dal primo test.
Concludendo, goditi la bella stagione e fai un pieno di vitamina D prendendo il sole. Ma con moderazione, perché quel che conta, anche in questo caso, è il senso della misura!
D come disastroso
Negli Stati Uniti, un medico si è addirittura spinto a ipotizzare che la scomparsa dei dinosauri non sarebbe stata causata solo da un meteorite, ma anche dalla carenza di vitamina D, che li avrebbe resi più vulnerabili...
Affermazioni di questo tipo hanno fortemente contribuito all'esplosione di un business via via più redditizio: ogni anno nel continente americano si vendono diverse centinaia di milioni di dollari di integratori vitaminici!